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Nell'occhio del design

creato da Elena Guarneri ultima modifica 20/06/2008 15:11

In questo luglio di fuoco, chi rimane - o si reca - a Milano puo' approfittarne per trasformare la canicola estiva in un'ottima occasione per perlustrare in rara tranquillita' luoghi affascinanti come la Triennale

Che spettacolo di motoIl 1952 è una data storica per la Triennale di Milano: da quell’anno, infatti, grazie a un famosissimo convegno che introduce il termine ‘design’ nel vocabolario italiano, la Triennale diventa specialista di design, a livello nazionale ma non solo.
Ma ci sono anche altri buoni motivi per cui vale la pena visitarla. Per dare un’occhiata alla struttura, innanzi tutto: battezzata nel 1923 e progettata dall’architetto Giovanni Muzio, è caratterizzata da forme pulite e funzionali, semplici e luminose. Ha sede nel Palazzo dell’Arte, a due passi dal Castello Sforzesco e nel cuore di Parco Sempione, rara isola verde della città. Al suo interno ha messo lo zampino anche Gae Aulenti, artefice dell’allestimento della Galleria dell’Architettura.
Nata nel nome dell’anti-convenzionalità, la Triennale ha da sempre strizzato l’occhio alla ricerca e alle soluzioni di sperimentazione e frontiera, attraverso allestimenti ad hoc e gli spazi espositivi permanenti: la Galleria Storica - che valorizza la fisionomia del progetto di Muzio – e la Rete Archivi Piani Urbanistici (RAPu), che raccoglie su supporto informatico tutti i piani urbanistici italiani dall'Unità agli anni Settanta. Chi fosse interessato invece alla Collezione Permanente del Design Italiano, in passato esposta al piano superiore dell’edificio, deve alzare i tacchi e dirigersi verso il Campus universitario della Bovisa. Oppure seguirla in giro per il mondo: la Collezione è infatti diventata itinerante, attraverso mostre tematiche o monografiche.

Perché andarci proprio ora?
Non vi basta? Allora c’è un altro (buon) motivo per cui visitare la Triennale ora: nella sezione Effetti Collaterali è stata allestita (e rimarrà in piedi fino al 22 settembre) la mostra fotografica ‘Nomad - Visione della Metropoli Contemporanea’. Il cuore dell’esposizione è il rapporto tra spazio urbano e paesaggio focalizzato grazie all’obiettivo di tre fotografi emergenti, Armin Linke, Francesco Jodice e Olivo Barbieri. Una mostra-reportage, che indaga nei processi di urbanizzazione, insediamento e intervento, spaziando da un angolo all’altro del pianeta. Il tutto, con un ruolo attivo dei visitatori grazie alle ‘macchine da visione’ realizzate da tre giovani progettisti e che consentono un rapporto diretto con le immagini. Insomma, c’è materiale su cui pensare e agire.

Milano, non a caso
Non è un caso che la Triennale abbia radici nella città meneghina: chi ha sete di design, può partire da qui e farsi un giro in Lombardia, distretto italiano di questa ‘specialità’. Qualche esempio? Arflex con le sue poltrone, perfetto mix di tecnologia (grazie anche alle imbottiture e al contesto produttivo della Pirelli) e linguaggio creativo; Brionvega con la famosissima radio a cubo; le lampade ad arco dei Fratelli Castiglioni e la celeberrima macchina da scrivere firmata da Ettore Sottsass per la Olivetti. Più di così…



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