La' dove regna il silenzio: le Dolomiti
Terrificanti, enormi, cangianti. Di fronte ad una mole montuosa di 3.000 metri ammutoliamo, respirando bellezza.
Vi sembra possibile che un monte possa essere rosa, bianco splendente o azzurro intenso in diversi momenti della stessa giornata? Per cominciare a 'credere' alle Dolomiti si può cominciare a un'occhiata alle belle foto che ci offre un amico torinese al suo sito. Ma non è necessario consacrare intere giornate allo sci per ammirare la magia delle dolomiti, apprezzabile anche nelle lunghe passeggiate e nei percorsi di trekking affollati d'estate.
Ma per godersi appieno lo spettacolo date retta agli abitanti del Trentino Alto Adige e del Veneto che raccomandano di ammirare le Dolomiti all'alba o al tramonto. La particolare composizione mineralogica delle montagne fa si che, incontrandosi coi raggi del sole, le rocce assumano le sfumature più strane, passando dall'azzurro del mattino al rosa del tramonto, quando sembra che cielo e monti giochino a specchiarsi gli uni negli altri. La raccomandazione è la stessa per tutti: non dimenticate gli occhiali da sole.
Leggenda dei monti, fra cinema e letteratura
In particolare le Dolomiti del Trentino hanno ispirato riflessioni a scrittori e viaggiatori del secolo scorso, che si sono trovati di fronte a spettacoli sconvolgenti e inaspettati, tanto da lasciarli, a volte, addirittura pieni di paura. Come è successo nella seconda metà dell'Ottocento ad Amelia Edwards, colpita dalla maestà del Cimon della pala, descritto così: "Le fenditure verticali sono così terrificanti che sembra debbano spaccarsi da un momento all'altro e far precipitare l'intera massa delle rocce. Nemmeno il Cervino, che pure offre a chi lo guarda un aspetto crudele e ha alle spalle una lunga storia di tragedie, dà una tale misura della nostra piccolezza come il Cimon della Pala e incute una sensazione di smarrimento e di paura". Niente paura, Amelia Edwards forse aveva letto troppe storie di fantasmi, a un visitatore che ammiri lo stesso monte in primavera appaiono di colpo prati verdissimi e fiori dei colori più delicati che fanno da contorno al lago di Calaita, in cui si specchia il bianco del Cimon della pala. Proprio per questo forse il regista francese Jean-Jacques Annaud, che non si lascia suggestionare facilmente, scelse questo angolo del Trentino per girare alcune scene de "L'Orso".
La cucina delle Dolomiti è saporita e ricca di calorie, visti i climi freddi e le fatiche sportive a cui si sottopongono turisti e abitanti di questi luoghi. La polenta è una delle specialità più richieste e tipiche: antico piatto di poveri è oggi diventata una pietanza ricercata, che si accompagna in genere alla carne di cervo e capriolo, ma può benissimo essere mangiata in bianco coi formaggi: da provare quella al gorgonzola che viene cucinata anche sulle piste da sci. Da non dimenticare infine i vini e soprattutto la grappa, bevanda tradizionale della zona, disponibile liscia o aromatizzata con decine di frutti diversi.
Ma per godersi appieno lo spettacolo date retta agli abitanti del Trentino Alto Adige e del Veneto che raccomandano di ammirare le Dolomiti all'alba o al tramonto. La particolare composizione mineralogica delle montagne fa si che, incontrandosi coi raggi del sole, le rocce assumano le sfumature più strane, passando dall'azzurro del mattino al rosa del tramonto, quando sembra che cielo e monti giochino a specchiarsi gli uni negli altri. La raccomandazione è la stessa per tutti: non dimenticate gli occhiali da sole.
Leggenda dei monti, fra cinema e letteratura
In particolare le Dolomiti del Trentino hanno ispirato riflessioni a scrittori e viaggiatori del secolo scorso, che si sono trovati di fronte a spettacoli sconvolgenti e inaspettati, tanto da lasciarli, a volte, addirittura pieni di paura. Come è successo nella seconda metà dell'Ottocento ad Amelia Edwards, colpita dalla maestà del Cimon della pala, descritto così: "Le fenditure verticali sono così terrificanti che sembra debbano spaccarsi da un momento all'altro e far precipitare l'intera massa delle rocce. Nemmeno il Cervino, che pure offre a chi lo guarda un aspetto crudele e ha alle spalle una lunga storia di tragedie, dà una tale misura della nostra piccolezza come il Cimon della Pala e incute una sensazione di smarrimento e di paura". Niente paura, Amelia Edwards forse aveva letto troppe storie di fantasmi, a un visitatore che ammiri lo stesso monte in primavera appaiono di colpo prati verdissimi e fiori dei colori più delicati che fanno da contorno al lago di Calaita, in cui si specchia il bianco del Cimon della pala. Proprio per questo forse il regista francese Jean-Jacques Annaud, che non si lascia suggestionare facilmente, scelse questo angolo del Trentino per girare alcune scene de "L'Orso".
Meraviglie da bere e mangiare.
Sarà forse un difetto italiano l'attenzione costante per il cibo e le bevande che ci portiamo dietro ovunque. Da queste parti sostengono però che è merito della cucina locale, della simpatia di albergatori e ristoratori, della bontà dei prodotti dell'allevamento e della caccia.
Sarà forse un difetto italiano l'attenzione costante per il cibo e le bevande che ci portiamo dietro ovunque. Da queste parti sostengono però che è merito della cucina locale, della simpatia di albergatori e ristoratori, della bontà dei prodotti dell'allevamento e della caccia.
La cucina delle Dolomiti è saporita e ricca di calorie, visti i climi freddi e le fatiche sportive a cui si sottopongono turisti e abitanti di questi luoghi. La polenta è una delle specialità più richieste e tipiche: antico piatto di poveri è oggi diventata una pietanza ricercata, che si accompagna in genere alla carne di cervo e capriolo, ma può benissimo essere mangiata in bianco coi formaggi: da provare quella al gorgonzola che viene cucinata anche sulle piste da sci. Da non dimenticare infine i vini e soprattutto la grappa, bevanda tradizionale della zona, disponibile liscia o aromatizzata con decine di frutti diversi.