Quando i burattini vanno a scuola
Tra i segreti del successo dei famosi asili di Reggio Emilia c'e' sicuramente il "burattinaio municipale", una figura mitica che insegna ai bambini a sviluppare la fantasia
Se gli Asili nido e le Scuole materne di Reggio Emilia sono considerate le migliori del mondo, forse è anche perché sono fra le poche o le uniche?- che hanno iscritto in pianta stabile nel loro organico un burattinaio autentico e sempre allopera.
Mariano Dolci lavora da trentanni come "Operatore teatrale" nelle Scuole di Reggio, anche se, per civetteria, si definisce "Burattinaio municipale". Dopo anni di attività con la compagnia di burattini e marionette del grande Otello Sarzi e dopo aver collaborato con alcuni dei più importanti nomi del teatro e della cultura italiani Dario Fo, Emanuele Luzzati, Gianni Rodari e tanti altri - Mariano Dolci ha accettato nel 1970 lincarico propostogli dal Comune di Reggio Emilia per tentare di far entrare i burattini a scuola, utilizzandoli come nuovo mezzo espressivo, come nuovo linguaggio messo a disposizione dei piccoli allievi. Dice Mariano Dolci in unintervista rilasciata recentemente alla rivista "Il Cantastorie" : "La cosa più importante di Sarzi e dei suoi amici è stata andare nelle scuole non solo per fare spettacoli, ma per insegnare ai bambini a fabbricarsi i loro burattini e a muoverli. Nelle Scuole dellinfanzia di Reggio la baracca dei burattini è un mobile fisso. In qualsiasi momento un bambino vi si può nascondere, acchiappare il suo burattino preferito e metterlo al lavoro.
"Vedere lavorare Mariano Dolci è un piacere e una sorpresa continua. Dietro la sua "bella barba da Mangiafoco", come la descrisse una volta Gianni Rodari, gli oggetti più insospettabili diventano elementi fondamentali per costruire nuovi personaggi, nuove storie con cui affascinare i bambini. Dai classici burattini a guanto con la testa di legno, fino alla gomma piuma per creare pupazzi enormi, Mariano passa con facilità estrema alluso di materiali di scarto pronti ad essere gettati, fino ad un bellissimo spettacolo interamente costruito sugli ortaggi che si trasformano in personaggi della storia. Mariano Dolci deve questa meravigliosa plurivocità dei propri linguaggi applicati ai burattini in gran parte alla sua straordinaria carriera professionale, ma anche agli insegnamenti che ogni giorno riesce a trarre dai giovani collaboratori ed allievi. Come dice ancora Dolci nellintervista: "Quando ero professionista, con la compagnia di Otello Sarzi, cercavo un linguaggio formale, ma adesso che mi occupo di pedagogia non mi interessano una o due tecniche, mi interessano tutte".
E per fortuna che è solo un burattinaio municipale.
Mariano Dolci lavora da trentanni come "Operatore teatrale" nelle Scuole di Reggio, anche se, per civetteria, si definisce "Burattinaio municipale". Dopo anni di attività con la compagnia di burattini e marionette del grande Otello Sarzi e dopo aver collaborato con alcuni dei più importanti nomi del teatro e della cultura italiani Dario Fo, Emanuele Luzzati, Gianni Rodari e tanti altri - Mariano Dolci ha accettato nel 1970 lincarico propostogli dal Comune di Reggio Emilia per tentare di far entrare i burattini a scuola, utilizzandoli come nuovo mezzo espressivo, come nuovo linguaggio messo a disposizione dei piccoli allievi. Dice Mariano Dolci in unintervista rilasciata recentemente alla rivista "Il Cantastorie" : "La cosa più importante di Sarzi e dei suoi amici è stata andare nelle scuole non solo per fare spettacoli, ma per insegnare ai bambini a fabbricarsi i loro burattini e a muoverli. Nelle Scuole dellinfanzia di Reggio la baracca dei burattini è un mobile fisso. In qualsiasi momento un bambino vi si può nascondere, acchiappare il suo burattino preferito e metterlo al lavoro.
"Vedere lavorare Mariano Dolci è un piacere e una sorpresa continua. Dietro la sua "bella barba da Mangiafoco", come la descrisse una volta Gianni Rodari, gli oggetti più insospettabili diventano elementi fondamentali per costruire nuovi personaggi, nuove storie con cui affascinare i bambini. Dai classici burattini a guanto con la testa di legno, fino alla gomma piuma per creare pupazzi enormi, Mariano passa con facilità estrema alluso di materiali di scarto pronti ad essere gettati, fino ad un bellissimo spettacolo interamente costruito sugli ortaggi che si trasformano in personaggi della storia. Mariano Dolci deve questa meravigliosa plurivocità dei propri linguaggi applicati ai burattini in gran parte alla sua straordinaria carriera professionale, ma anche agli insegnamenti che ogni giorno riesce a trarre dai giovani collaboratori ed allievi. Come dice ancora Dolci nellintervista: "Quando ero professionista, con la compagnia di Otello Sarzi, cercavo un linguaggio formale, ma adesso che mi occupo di pedagogia non mi interessano una o due tecniche, mi interessano tutte".
E per fortuna che è solo un burattinaio municipale.