Botteghe di Roma
Breve itinerario tra antichita' e anticaglie nel cuore della Capitale
Così come le rughe tengono traccia della storia
di una persona, il passato – e il presente – di una città si possono leggere anche attraverso i suoi negozi, occhi spalancati sulle strade, luoghi in cui esercitare l’arte della pazienza, frugando tra gli scaffali alla ricerca di ingredienti, come per una ricetta di buona cucina. Finchè non vengono sostituiti dai centri commerciali e dagli ipermercati, le botteghe ci invitano ad osservare i dettagli e ad allungare il naso per cogliere profumi e aromi.
Per fortuna in Italia questi gioielli ci sono ancora. Se ne trovano non solo nei piccoli paesi, ma anche in grandi città, almeno in alcune zone. Roma ne è ancora piuttosto ricca: qui i negozi creano un paesaggio variegato e diverso a seconda dei quartieri. Se il popoloso e popolare San Lorenzo è specializzato nella lavorazione del marmo (complice il vicino Cimitero del Verano) e pullula di variopinti meccanici dai nomi improbabili, il cuore della Capitale è sede di laboratori di restauro e antichità. Immaginatevi in Piazza Navona: voltatele le spalle in direzione del Pantheon e passate sotto l’archetto che vi porta direttamente in Piazza delle Cinque Lune. Sulla vostra sinistra inizia Via de’ Coronari, silenziosa e pedonale passerella di botteghe di antichità, laboratori di restauro di mobili, tappeti, stampe. Qui si respira un lusso certamente non alla portata di tutti i portafogli: sulle porte di ingresso dei negozi sono in bella vista gli adesivi ‘American Express’, ‘Visa’ e ‘Mastercard’ e i cartelli all’interno ‘We speak English/On parle français/Se habla español’ fanno pensare a una clientela di ricchi turisti stranieri. Anche guardare è comunque uno spettacolo (per comprare, visti i prezzi, conviene avere fiuto ed essere specialisti in materia), sbirciando tra mobili e poltrone affastellate, putti, lampadari con tonnellate di cristallo, velieri d’argento, ninnoli, portagioie microscopici dipinti a mano da 200 euro l’uno, orologi da muro d’oro massiccio o da tavolo con supporto in marmo nero e la statuetta di Giulio Cesare mollemente adagiata sopra. Per i collezionisti, al n°198 c’è un bugigattolo - ‘Il Collezionista’, appunto - dove sono esposti in bella mostra soldatini, occhialetti alla Gramsci, antiche (?) medaglie al valore, vecchie macchine da cucire e tarocchi.
Un parrucchiere molto speciale...
Anticaglie e antichità non sono l’unica sorpresa che offre la zona: tornando sui vostri passi, sempre in direzione del Pantheon, in Via Metastasio 17 incontrerete ‘Biancaneve e i 7 nani’, un parrucchiere per bambini, con cavalli a dondolo e macchinine al posto delle usuali sedie. Veramente ‘di nicchia’.
Se vi viene fame, da Via de’ Coronari sbucate in Piazzetta di San Simeone, dove vi aspetta l’invitante Osteria dell’Antiquario (guarda caso...). Se invece avete voglia di camminare un po’ e di spendere poco, tra Campo dei Fiori e Largo Argentina, a metà circa di Via de’ Giubbonari c’è un esemplare ‘storico’ di ‘filettaro’: in un piccolo locale dall’atmosfera e dall’insegna anni ’50 potrete gustare filetti di baccalà, fiori di zucca fritti con ripieno di alici e mozzarella e altre specialità ‘povere’ che insaporiscono la cucina romana.
di una persona, il passato – e il presente – di una città si possono leggere anche attraverso i suoi negozi, occhi spalancati sulle strade, luoghi in cui esercitare l’arte della pazienza, frugando tra gli scaffali alla ricerca di ingredienti, come per una ricetta di buona cucina. Finchè non vengono sostituiti dai centri commerciali e dagli ipermercati, le botteghe ci invitano ad osservare i dettagli e ad allungare il naso per cogliere profumi e aromi.
Per fortuna in Italia questi gioielli ci sono ancora. Se ne trovano non solo nei piccoli paesi, ma anche in grandi città, almeno in alcune zone. Roma ne è ancora piuttosto ricca: qui i negozi creano un paesaggio variegato e diverso a seconda dei quartieri. Se il popoloso e popolare San Lorenzo è specializzato nella lavorazione del marmo (complice il vicino Cimitero del Verano) e pullula di variopinti meccanici dai nomi improbabili, il cuore della Capitale è sede di laboratori di restauro e antichità. Immaginatevi in Piazza Navona: voltatele le spalle in direzione del Pantheon e passate sotto l’archetto che vi porta direttamente in Piazza delle Cinque Lune. Sulla vostra sinistra inizia Via de’ Coronari, silenziosa e pedonale passerella di botteghe di antichità, laboratori di restauro di mobili, tappeti, stampe. Qui si respira un lusso certamente non alla portata di tutti i portafogli: sulle porte di ingresso dei negozi sono in bella vista gli adesivi ‘American Express’, ‘Visa’ e ‘Mastercard’ e i cartelli all’interno ‘We speak English/On parle français/Se habla español’ fanno pensare a una clientela di ricchi turisti stranieri. Anche guardare è comunque uno spettacolo (per comprare, visti i prezzi, conviene avere fiuto ed essere specialisti in materia), sbirciando tra mobili e poltrone affastellate, putti, lampadari con tonnellate di cristallo, velieri d’argento, ninnoli, portagioie microscopici dipinti a mano da 200 euro l’uno, orologi da muro d’oro massiccio o da tavolo con supporto in marmo nero e la statuetta di Giulio Cesare mollemente adagiata sopra. Per i collezionisti, al n°198 c’è un bugigattolo - ‘Il Collezionista’, appunto - dove sono esposti in bella mostra soldatini, occhialetti alla Gramsci, antiche (?) medaglie al valore, vecchie macchine da cucire e tarocchi.
Un parrucchiere molto speciale...
Anticaglie e antichità non sono l’unica sorpresa che offre la zona: tornando sui vostri passi, sempre in direzione del Pantheon, in Via Metastasio 17 incontrerete ‘Biancaneve e i 7 nani’, un parrucchiere per bambini, con cavalli a dondolo e macchinine al posto delle usuali sedie. Veramente ‘di nicchia’.
Se vi viene fame, da Via de’ Coronari sbucate in Piazzetta di San Simeone, dove vi aspetta l’invitante Osteria dell’Antiquario (guarda caso...). Se invece avete voglia di camminare un po’ e di spendere poco, tra Campo dei Fiori e Largo Argentina, a metà circa di Via de’ Giubbonari c’è un esemplare ‘storico’ di ‘filettaro’: in un piccolo locale dall’atmosfera e dall’insegna anni ’50 potrete gustare filetti di baccalà, fiori di zucca fritti con ripieno di alici e mozzarella e altre specialità ‘povere’ che insaporiscono la cucina romana.