Il Duomo di Modena e il respiro di Dio
Un piede nei raggi della bici, leoni, topi di fogna e un presepe blasfemo. Come il monumento della propria citta' puo' diventare familiare e carico di ricordi

Ho tanti ricordi vaghi che non saprei situare con precisione di mio padre che mi metteva, come tutti gli altri bambini modenesi, a cavalcioni dei leoni delle porte con mia mamma a tre metri che mi faceva i saluti con la mano sorridendo. Ma il primo ricordo netto che ho del Duomo risale a quando avevo all'incirca tre anni ed è legato a un dolore fisico. Mio padre mi aveva portato in piazza in bicicletta invece che a piedi, cosa non molto frequente, e quando siamo tornati indietro mi ha caricato sul seggiolino posto sulla ruota posteriore, e visto che io tenevo i piedi a penzoloni invece che sugli appoggiapiedi, in via Università ho infilato un piede nei raggi della ruota facendomi un gran male e mettendomi a piangere e urlare,e mio padre ha iniziato a tirarmi dei cancheri e a arrabbiarsi peggiorando la situazione perché così era il suo carattere, e quando siamo arrivati in via Della Cella mi ha messo a sedere su un muretto, mentre io continuavo a piangere, e ha detto a mia madre di venirmi a prendere, che lui andava a fare un giro per gli affari suoi.

Infatti mi ricordo che all'inizio delle superiori, nei pomeriggi d'inverno in cui c'era il niente e soltanto niente, ogni tanto con due miei amici entravamo in Duomo tanto per passare il tempo e pian piano ce lo guardavamo, e mi ricordo che una volta Gianni Pecchini, uno di questi miei amici, davanti al presepio, ammirandolo stupefatto ha detto "Zio canta, se è bello", e anche se le sue parole erano in totale buona fede, per ridere gli avevamo detto "guarda che non si dicono in chiesa certe parole", allora lui, sempre in totale buona fede aveva detto "Porca madosca, c'avete ragione", e in quel momento c'è scappato così da ridere a tutti e tre che siamo dovuti fuggir via dal Duomo in fretta e furia.
Poi tante volte, fino a oggi, sono entrato e sono uscito da questo edificio, ho passeggiato qui intorno sia da solo che in compagnia, e tante volte, di notte, uscendo da queste vie il bianco del marmo mi è apparso davanti agli occhi. È sempre uno spettacolo di grande bellezza.

Sei o sette anni fa, verso la fine dell'estate, passeggiavo con una mia amica qui intorno e gira e rigira, alla fine ci siamo seduti sulle scale della porta che sta su Piazza Grande. Era piena notte. Nonostante su e giù per la piazza passasse continuamente qualcuno, a un certo punto, sentendo dei rumorini ci siamo voltati verso sinistra. C'era un topo da fogna che smangiucchiava qualcosa, forse degli scarafaggi. Mi è sempre piaciuto guardare i topi che girano di notte e mi sono sempre piaciuti i posti dove i topi passeggiano. Di colpo diventano posti pieni di vita e d'avventura, dove ci si immagina un sottosuolo pieno di cunicoli, antico come Roma. E non è neanche difficile trovare dietro le absidi dei piccioni agonizzanti che trascorrono agonizzando le loro ultime ore.
Comunque qua dentro, nonostante quest'edificio non sia dei più grandi, anche se non sono credente, ho sempre sentito il respiro di Dio.