Il profumo del Giglio
Un tempo regno di capre e pecore, oggi quest'isola battuta dai venti e con una vegetazione bassa e rigogliosa, offre un invidiabile aspetto naturale e selvaggio e molti, intensissimi profumi.
Se potete, concedetevi una puntatina in una delle isole dellArcipelago Toscano: lIsola del Giglio ad esempio, che a primavera inoltrata dà il meglio di sé con i suoi profumi e i colori intensi.
Insieme a Elba, Capraia, Montecristo, Giannutri, Pianosa e Gorgona lIsola del Giglio fa parte del Parco Nazionale dellArcipelago Toscano, il più grande parco marino dEuropa. La leggenda le vuole figlie della Venere tirrenica, e non a torto: oltre alle bellezze Îterrestri, qui abbondano fondali di rocce granitiche coperte da pareti di gorgonie e coralli rossi. Una gioia, insomma, per gli amanti del diving, che potranno avere la fortuna di incrociare i loro sguardi sottomarini con quelli di saraghi, corvine, gronghi, murene e cernie.
Due parole sulle spiagge
Tornando a galla, gli amanti del mare non saranno delusi dalle numerose cale e calette: se potete dotatevi di canotto per una circumnavigazione facile e relativamente rapida della costa, oppure armatevi di robuste scarpe da trekking per discendere tra pendii spesso scoscesi e popolati di rovi, mirto e quantaltro sia a disposizione della rigogliosa macchia mediterranea. Per i meno avventurosi, comunque, ci sono le belle spiagge di Cannelle, Caldane, Arenella e Campese. Questultima è situata nel versante più turistico dellisola, in una bellissima baia incorniciata dal Faraglione e dallimponente Torre medicea. A pochi passi da qui potete trovare ospitalità in un campeggio a picco sul mare, con scogli piatti e mare pulitissimo.
Larrivo allIsola
Arrivando con il traghetto (due sono le compagnie che collegano il Giglio alla terraferma con partenza da Porto Santo Stefano: Toremar e Maregiglio) o, meglio per voi, con la vostra imbarcazione, sarete piacevolmente stupiti dal colpo docchio del porto: piccolo e pittoresco, con case multicolori e dominato alla sua sinistra dalla Torre del Saraceno (costruita nel 1596). Girato langolo, lIsola riserva unaltra bella sorpresa: la caletta del Saraceno, dove, a pelo dacqua, si distinguono bene le mura della cetaria per lallevamento delle murene e parte dellimponente Villa Romana (I-II sec.d.C.) dei Domizi Enobarbi.
Il consiglio è di dotarsi di unautomobile o di un qualsiasi altro mezzo di locomozione motorizzato: qui infatti i mezzi pubblici che collegano i tre punti principali dellisola - il porto, Giglio Castello e Campese - non sono molto frequenti e percorrono solo la strada principale, evitando stradine tanto secondarie quanto suggestive. In ogni caso non rinunciate a una puntatina alla parte alta di Giglio Castello, borgo medioevale con limponente costruzione difensiva della Rocca Aldobrandesca, dove potrete scegliere tra uno degli ottimi ristoranti (non economicissimi) abbarbicati tra scalette e stradine e, se siete fortunati, soprattutto nelle serate estive potrete imbattervi in un improvvisato concerto di qualche cantautore che trascorre da queste parti le sue vacanze.
Un ultimo consiglio: anche se siete astemi, non salpate da questa terra senza esservi almeno bagnati le labbra con il tipico, ambrato e robusto Ansonaco. Ne vale davvero la pena.
Insieme a Elba, Capraia, Montecristo, Giannutri, Pianosa e Gorgona lIsola del Giglio fa parte del Parco Nazionale dellArcipelago Toscano, il più grande parco marino dEuropa. La leggenda le vuole figlie della Venere tirrenica, e non a torto: oltre alle bellezze Îterrestri, qui abbondano fondali di rocce granitiche coperte da pareti di gorgonie e coralli rossi. Una gioia, insomma, per gli amanti del diving, che potranno avere la fortuna di incrociare i loro sguardi sottomarini con quelli di saraghi, corvine, gronghi, murene e cernie.
Due parole sulle spiagge
Tornando a galla, gli amanti del mare non saranno delusi dalle numerose cale e calette: se potete dotatevi di canotto per una circumnavigazione facile e relativamente rapida della costa, oppure armatevi di robuste scarpe da trekking per discendere tra pendii spesso scoscesi e popolati di rovi, mirto e quantaltro sia a disposizione della rigogliosa macchia mediterranea. Per i meno avventurosi, comunque, ci sono le belle spiagge di Cannelle, Caldane, Arenella e Campese. Questultima è situata nel versante più turistico dellisola, in una bellissima baia incorniciata dal Faraglione e dallimponente Torre medicea. A pochi passi da qui potete trovare ospitalità in un campeggio a picco sul mare, con scogli piatti e mare pulitissimo.
Larrivo allIsola
Arrivando con il traghetto (due sono le compagnie che collegano il Giglio alla terraferma con partenza da Porto Santo Stefano: Toremar e Maregiglio) o, meglio per voi, con la vostra imbarcazione, sarete piacevolmente stupiti dal colpo docchio del porto: piccolo e pittoresco, con case multicolori e dominato alla sua sinistra dalla Torre del Saraceno (costruita nel 1596). Girato langolo, lIsola riserva unaltra bella sorpresa: la caletta del Saraceno, dove, a pelo dacqua, si distinguono bene le mura della cetaria per lallevamento delle murene e parte dellimponente Villa Romana (I-II sec.d.C.) dei Domizi Enobarbi.
Il consiglio è di dotarsi di unautomobile o di un qualsiasi altro mezzo di locomozione motorizzato: qui infatti i mezzi pubblici che collegano i tre punti principali dellisola - il porto, Giglio Castello e Campese - non sono molto frequenti e percorrono solo la strada principale, evitando stradine tanto secondarie quanto suggestive. In ogni caso non rinunciate a una puntatina alla parte alta di Giglio Castello, borgo medioevale con limponente costruzione difensiva della Rocca Aldobrandesca, dove potrete scegliere tra uno degli ottimi ristoranti (non economicissimi) abbarbicati tra scalette e stradine e, se siete fortunati, soprattutto nelle serate estive potrete imbattervi in un improvvisato concerto di qualche cantautore che trascorre da queste parti le sue vacanze.
Un ultimo consiglio: anche se siete astemi, non salpate da questa terra senza esservi almeno bagnati le labbra con il tipico, ambrato e robusto Ansonaco. Ne vale davvero la pena.