Tra storia e memoria
creato da Sara Miriade
ultima modifica
20/06/2008 15:12
Il comune di Ponte di Piave (TV) con l'inaugurazione, tenutasi sabato 27 marzo 2004, della casa-museo di Goffredo Parise (Via Verdi, 1) concretizza il desiderio ultimo dello scrittore, morto all'ospedale di Treviso nel 1986.
Più precisamente l'apertura in toto della casa al pubblico (ingresso libero, salvo la prenotazione della guida per scolaresche o visite di gruppi, dal lunedì al venerdì, 14.30-19; su prenotazione il sabato e la domenica mattina; 0422/759995; info@goffredoparise.it) è l'ultima delle iniziative del Comune che fin dagli anni novanta ha promosso una serie di attività culturali che portano il nome di Parise.
Tali iniziative vanno dalla catalogazione dei libri della sua immane biblioteca, a delle mostre, a dei convegni, alla collaborazione con l'Università di Caen fino alla costituzione nel 2002 di un Comitato scientifico presieduto dal professor Fernando Bandini con il proposito di diffondere il genio e l'eclettismo dell'artista alla cittadinanza e in modo più mirato agli studenti dalla scuola elementare fino all'università, nonché di allargare il panorama agli scrittori veneti.
Il Veneto, infatti, -troppo pochi lo dicono, perchè non lo sanno- annovera delle appartenenze letterarie di fama nazionale e non solo, come, per esempio, Comisso, Salgari, Codemo, Buzzati, Berto, Piovene, Zanzotto, Rigoni Stern, Meneghello, Saviane, Ongaro, Barbaro, Bugaro e il Del Giudice, ormai d'elezione; che vanno difese e diffuse.
L'amministrazione comunale, nella ricercatezza e squisitezza professionale con le quali ha organizzato la giornata inaugurale ha forse sentito l'imperativo morale di restituire in qualche modo ciò che Parise gli ha lasciato: quel mosaico della sua vita, che lui era riuscito a comporre in quella casa, sapendo già -chissà-, come chi arriva alla fine di un processo, di doverlo lasciare. Nella prima parte del pomeriggio tre voci -Fernando Bandini, Silvio Perella, Nico Naldini- hanno commentato la figura poliedrica dello scrittore, che è stato anche sceneggiatore, giornalista e pittore. Un sontuoso rinfresco presso il parco della casa-museo ha fatto da trait-union alla visita guidata, curata dall'associazione culturale Altamiragallery, all'interno della stessa casa. Un video di circa due ore e trenta sulla vita di Parise, ricostruito grazie all'archivio della Rai ha permesso l'intrattenimento e il regolare e quieto deflusso a piccoli gruppi.
La casa, un'antica barchessa restaurata, è stata consegnata da Parise, quasi divisa in due appartamenti, uno per piano: in quello superiore, che oggi è sede della biblioteca comunale, c'era l'atélier della pittrice, nonché compagna Giosetta Fioroni; in quello inferiore lo studio dello scrittore. Trovare uno filo rosso che accomuna la mobilia non è possibile, perché lo scrittore amava accostare stili e oggetti tanto diversi.
Forse il luogo che più sintetizza questo eclettismo è l'ingresso ove si trovano tra le cose meno scontate una zanna di elefante, un seggiolone da chiesa probabilmente del '600, una scala a chiocciola rossa, una parete a liste di specchio (appartenente allo studio fotografico che occupava l'edificio prima dell'arrivo di Parise), un attaccapanni rustico elaborato da un contadino veneto, una scultura in legno di Mario Ceroli che ritrae Parise.
Nell'ampio soggiorno si trovano due grandissime vetrate l'una opposta all'altra, che danno un senso di luminosità e spaziosità straordinario. I lampadari cinesi di carta mescolano il reale con l'irreale come in un quadro di Chagall.
L'ingresso e il soggiorno sono le due stanze per me più particolari, ma le foto che vi mostro, avvallate dalla vostra prossima -come io spero- visita vi daranno motivo di coglierne altri e più personali. Anche osservando quegli oggetti minuti che adornano la casa e sono testimonianza dei reportage in paesaggi e luoghi lontani, si percepisce il desiderio di Goffredo di raccogliere e fermare come in un diario dei pezzi di vita, perché -come lui dice- "la mancanza di desideri è il segno della fine della gioventù e il primo e lontanissimo avvertimento della vera fine della vita".
Tali iniziative vanno dalla catalogazione dei libri della sua immane biblioteca, a delle mostre, a dei convegni, alla collaborazione con l'Università di Caen fino alla costituzione nel 2002 di un Comitato scientifico presieduto dal professor Fernando Bandini con il proposito di diffondere il genio e l'eclettismo dell'artista alla cittadinanza e in modo più mirato agli studenti dalla scuola elementare fino all'università, nonché di allargare il panorama agli scrittori veneti.
Il Veneto, infatti, -troppo pochi lo dicono, perchè non lo sanno- annovera delle appartenenze letterarie di fama nazionale e non solo, come, per esempio, Comisso, Salgari, Codemo, Buzzati, Berto, Piovene, Zanzotto, Rigoni Stern, Meneghello, Saviane, Ongaro, Barbaro, Bugaro e il Del Giudice, ormai d'elezione; che vanno difese e diffuse.
L'amministrazione comunale, nella ricercatezza e squisitezza professionale con le quali ha organizzato la giornata inaugurale ha forse sentito l'imperativo morale di restituire in qualche modo ciò che Parise gli ha lasciato: quel mosaico della sua vita, che lui era riuscito a comporre in quella casa, sapendo già -chissà-, come chi arriva alla fine di un processo, di doverlo lasciare. Nella prima parte del pomeriggio tre voci -Fernando Bandini, Silvio Perella, Nico Naldini- hanno commentato la figura poliedrica dello scrittore, che è stato anche sceneggiatore, giornalista e pittore. Un sontuoso rinfresco presso il parco della casa-museo ha fatto da trait-union alla visita guidata, curata dall'associazione culturale Altamiragallery, all'interno della stessa casa. Un video di circa due ore e trenta sulla vita di Parise, ricostruito grazie all'archivio della Rai ha permesso l'intrattenimento e il regolare e quieto deflusso a piccoli gruppi.
La casa, un'antica barchessa restaurata, è stata consegnata da Parise, quasi divisa in due appartamenti, uno per piano: in quello superiore, che oggi è sede della biblioteca comunale, c'era l'atélier della pittrice, nonché compagna Giosetta Fioroni; in quello inferiore lo studio dello scrittore. Trovare uno filo rosso che accomuna la mobilia non è possibile, perché lo scrittore amava accostare stili e oggetti tanto diversi.
Forse il luogo che più sintetizza questo eclettismo è l'ingresso ove si trovano tra le cose meno scontate una zanna di elefante, un seggiolone da chiesa probabilmente del '600, una scala a chiocciola rossa, una parete a liste di specchio (appartenente allo studio fotografico che occupava l'edificio prima dell'arrivo di Parise), un attaccapanni rustico elaborato da un contadino veneto, una scultura in legno di Mario Ceroli che ritrae Parise.
Nell'ampio soggiorno si trovano due grandissime vetrate l'una opposta all'altra, che danno un senso di luminosità e spaziosità straordinario. I lampadari cinesi di carta mescolano il reale con l'irreale come in un quadro di Chagall.
L'ingresso e il soggiorno sono le due stanze per me più particolari, ma le foto che vi mostro, avvallate dalla vostra prossima -come io spero- visita vi daranno motivo di coglierne altri e più personali. Anche osservando quegli oggetti minuti che adornano la casa e sono testimonianza dei reportage in paesaggi e luoghi lontani, si percepisce il desiderio di Goffredo di raccogliere e fermare come in un diario dei pezzi di vita, perché -come lui dice- "la mancanza di desideri è il segno della fine della gioventù e il primo e lontanissimo avvertimento della vera fine della vita".