Purpette, pizza d'amarene e 'na tazzulella 'e cafe'
I segreti per calare in tavola tre assi della cucina napoletana. Ma attenzione a non dimenticare il "coppetiello"
Napoli: non solo pizza. La cucina partenopea è ricca perché sa creare pietanze nobili da cibi poveri, mischiati con fantasia e dosati con estrema sapienza. Invece dei soliti piatti, abbiamo pensato di presentarvi dei "classici", che si preparano in poco tempo e si possono gustare anche "fuori porta", magari, perché no?, alle pendici del Vesuvio in allegra compagnia
E purpette
500gr di carne macinata; mollica di pane; parmigiano; 1 uovo; un po di latte; aglio e prezzemolo; 80 gr di uva passa; pepe e sale; pinoli; 500gr di pomodori, cipolla, olio per il sugo.
Bagnate la mollica di pane nel latte, mescolatela con la carne tritata, il prezzemolo e laglio finemente sminuzzati. Unitevi, quindi, il sale, il pepe, luovo, luva, i pinoli e il parmigiano. Mescolate bene il composto con le mani fino a formare un panetto che lascerete riposare per venti minuti. Poi formate delle polpette e friggetele in abbondante olio. A parte, preparate un sugo "veloce" con cipolla, sale, olio e pomodori pelati (non dimenticate di aggiungere un cucchiaino di zucchero). Mettete le polpette fritte nel sugo e fatele insaporire per una decina di minuti. Da accompagnare con un buon vino campano, per esempio un Ischia rosso.
Pizza dolce di amarene
Per la pasta frolla: 1 kg di farina; 250 gr di burro o sugna; la buccia grattugiata di un limone; 1/2 kg di zucchero; 5 tuorli d'uovo e un po' di sale.
Per la crema: 6 cucchiai rasi di farina; 6 cucchiai di zucchero; 6 tuorli d'uovo; 300 gr di cioccolato fondente in tavoletta; 1 bicchiere di latte; 500 gr di amarene o, in alternativa, marmellata; zucchero a velo e 400 gr di pasta di mandorla (oppure amaretti morbidi pestati).
Amalgamate la farina con lo zucchero, formate un mucchietto e disponetevi al centro il burro ammorbidito a pezzetti, la buccia di limone, i tuorli e il sale. Lavorate velocemente con le dita cercando di accorpare tutti gli ingredienti. Formate un palla che avvolgerete nella pellicola trasparente e lascerete in fresco per mezzora. Quindi, rivestite con la frolla una teglia tonda e bassa, larga almeno 20 cm, poi stendetevi sopra la pasta di mandorle. Preparate la crema sbattendo i tuorli con lo zucchero e aggiungendovi uno alla volta i cucchiai di farina e, a filo, il latte precedentemente bollito e raffreddato. Completate unendo il cioccolato fuso a bagnomaria e riportate sul fuoco lento per addensare. Quando la crema si sarà raffreddata, versatela sulla pasta di mandorle e, infine, fate un abbondante strato di amarene snocciolate. Rivestite, poi con un altro dito di pasta frolla. Cuocete in forno a 180° per 45 minuti.
E per concludere, un buon caffè!
Per fare il vero caffè napoletano, si deve utilizzare "la napoletana", cioè la tipica caffettiera di latta (ma se ne trovano anche di terracotta, d'argento e di cristallo), composta di due parti separate da un doppio filtro in cui viene immesso il caffè in polvere; la parte bassa della caffettiera è riempita di caffè, avvitata alla parte alta e posta sul fuoco; quando l'acqua bolle, la caffettiera deve essere rovesciata: l'acqua, scendendo, passa attraverso il filtro e si trasforma in caffè.
Durante l'attesa, labile caffettiere (se ne trovano ancora di ambulanti in giro per Napoli!) prepara il "coppetiello", cioè un foglietto di carta, di solito di giornale, che bagnato e plasmato a forma di cono, viene inserito sul beccuccio non appena la caffettiera viene girata. Questoperazione è necessaria in quanto serve a imprigionare l'aroma e il profumo del caffè all'interno della "macchinetta". A questo punto, non resta che attendere 2-3 minuti per il filtraggio della bevanda, da servire, bollente e zuccherata.
TRADIZIONI
Nel mese di agosto in provincia di Positano si ricorda lormai lontano Sbarco dei Saraceni, avvenuto il13 giugno del 1558. Organizzato dal comune di Meta, lo sbarco è riprodotto in maniera fedele attraverso gli scontri sanguinosi tra Saraceni e abitanti del luogo, ma anche attraverso fortificazioni, torri di avvistamento e suk saraceni, ricostruiti con cura e dislocati nel porto. La manifestazione offre anche intermezzi musicali e interventi di narratori che guidano il pubblico nelle varie fasi della rappresentazione.
CURIOSITÀ
Secondo alcuni ricercatori americani i composti chimici che danno alle amarene il loro colore rosso alleviano il dolore meglio dell'aspirina, e forniscono protezione antiossidante paragonabile a quella di molti integratori in commercio, tipo la vitamina E. Il consumo di amarene, quindi, ridurrebbe il rischio di malattie cardiovascolari o croniche nell'uomo. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Natural Products, per conto della American Chemical Society
E purpette
500gr di carne macinata; mollica di pane; parmigiano; 1 uovo; un po di latte; aglio e prezzemolo; 80 gr di uva passa; pepe e sale; pinoli; 500gr di pomodori, cipolla, olio per il sugo.
Bagnate la mollica di pane nel latte, mescolatela con la carne tritata, il prezzemolo e laglio finemente sminuzzati. Unitevi, quindi, il sale, il pepe, luovo, luva, i pinoli e il parmigiano. Mescolate bene il composto con le mani fino a formare un panetto che lascerete riposare per venti minuti. Poi formate delle polpette e friggetele in abbondante olio. A parte, preparate un sugo "veloce" con cipolla, sale, olio e pomodori pelati (non dimenticate di aggiungere un cucchiaino di zucchero). Mettete le polpette fritte nel sugo e fatele insaporire per una decina di minuti. Da accompagnare con un buon vino campano, per esempio un Ischia rosso.
Pizza dolce di amarene
Per la pasta frolla: 1 kg di farina; 250 gr di burro o sugna; la buccia grattugiata di un limone; 1/2 kg di zucchero; 5 tuorli d'uovo e un po' di sale.
Per la crema: 6 cucchiai rasi di farina; 6 cucchiai di zucchero; 6 tuorli d'uovo; 300 gr di cioccolato fondente in tavoletta; 1 bicchiere di latte; 500 gr di amarene o, in alternativa, marmellata; zucchero a velo e 400 gr di pasta di mandorla (oppure amaretti morbidi pestati).
Amalgamate la farina con lo zucchero, formate un mucchietto e disponetevi al centro il burro ammorbidito a pezzetti, la buccia di limone, i tuorli e il sale. Lavorate velocemente con le dita cercando di accorpare tutti gli ingredienti. Formate un palla che avvolgerete nella pellicola trasparente e lascerete in fresco per mezzora. Quindi, rivestite con la frolla una teglia tonda e bassa, larga almeno 20 cm, poi stendetevi sopra la pasta di mandorle. Preparate la crema sbattendo i tuorli con lo zucchero e aggiungendovi uno alla volta i cucchiai di farina e, a filo, il latte precedentemente bollito e raffreddato. Completate unendo il cioccolato fuso a bagnomaria e riportate sul fuoco lento per addensare. Quando la crema si sarà raffreddata, versatela sulla pasta di mandorle e, infine, fate un abbondante strato di amarene snocciolate. Rivestite, poi con un altro dito di pasta frolla. Cuocete in forno a 180° per 45 minuti.
E per concludere, un buon caffè!
Per fare il vero caffè napoletano, si deve utilizzare "la napoletana", cioè la tipica caffettiera di latta (ma se ne trovano anche di terracotta, d'argento e di cristallo), composta di due parti separate da un doppio filtro in cui viene immesso il caffè in polvere; la parte bassa della caffettiera è riempita di caffè, avvitata alla parte alta e posta sul fuoco; quando l'acqua bolle, la caffettiera deve essere rovesciata: l'acqua, scendendo, passa attraverso il filtro e si trasforma in caffè.
Durante l'attesa, labile caffettiere (se ne trovano ancora di ambulanti in giro per Napoli!) prepara il "coppetiello", cioè un foglietto di carta, di solito di giornale, che bagnato e plasmato a forma di cono, viene inserito sul beccuccio non appena la caffettiera viene girata. Questoperazione è necessaria in quanto serve a imprigionare l'aroma e il profumo del caffè all'interno della "macchinetta". A questo punto, non resta che attendere 2-3 minuti per il filtraggio della bevanda, da servire, bollente e zuccherata.
TRADIZIONI
Nel mese di agosto in provincia di Positano si ricorda lormai lontano Sbarco dei Saraceni, avvenuto il13 giugno del 1558. Organizzato dal comune di Meta, lo sbarco è riprodotto in maniera fedele attraverso gli scontri sanguinosi tra Saraceni e abitanti del luogo, ma anche attraverso fortificazioni, torri di avvistamento e suk saraceni, ricostruiti con cura e dislocati nel porto. La manifestazione offre anche intermezzi musicali e interventi di narratori che guidano il pubblico nelle varie fasi della rappresentazione.
CURIOSITÀ
Secondo alcuni ricercatori americani i composti chimici che danno alle amarene il loro colore rosso alleviano il dolore meglio dell'aspirina, e forniscono protezione antiossidante paragonabile a quella di molti integratori in commercio, tipo la vitamina E. Il consumo di amarene, quindi, ridurrebbe il rischio di malattie cardiovascolari o croniche nell'uomo. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Natural Products, per conto della American Chemical Society