Vittoria europea per Prosciutto di Parma e Grana Padano
Prosciutto di Parma e Grana Padano portano a casa una vittoria importante: confezionamento solo nelle zone tipiche di produzione, in base alla sentenza della Corte di Giustizia delle Comunita' europee. In lizza altri prodotti tradizionali del Belpaese.
Nell’attesa del semestre italiano all’Unione Europea, arrivano ottime notizie dall’Europa sul versante gastronomico: la Corte di Giustizia delle Comunità europee ha infatti emesso una sentenza – resa pubblica a Lussemburgo - che vieta di confezionare prosciutto di Parma e Grana Padano al di fuori delle zone tipiche di produzione (per il Grana in particolare il quadrilatero Mantova-Brescia-Cremona-Vicenza). Le ragioni? La tutela del consumatore da possibili – e più che probabili – frodi, e la tutela dei produttori di alimenti Dop (Denominazione di origine protetta), eccezione alla regola della libera circolazione delle merci nel mercato unico. Grattugie e confezioni solo Made in Italy, dunque, per garantire ai consumatori stranieri (quelli italiani sono già tutelati da una norma nazionale sulle Dop) la “genuinità” di quello che trovano sugli scaffali di negozi e supermercati: le regole stabilite sono infatti le stesse, sia per i negozi al dettaglio che per le catene di supermercati di tutta Europa.
Un’Europa, due anime?
Nel quadro europeo, sembra che sul fronte agroalimentare si stiano delineando in modo sempre più netto due posizioni: da una parte i Paesi del Sud (Spagna, Italia, Portogallo, Francia e Grecia), baluardi della tradizione gastronomica, e Paesi del Nord, orientati verso le grandi produzioni di materie prime. Non a caso, il caso italiano ha un precedente tutto mediterraneo: il vino spagnolo Rioja, per cui la Corte ha stabilito il divieto di imbottigliamento fuori dalle zone di produzione.
I produttori dei circa 9 milioni di prosciutti di Parma venduti ogni anno (di cui 1,5 all’estero) e delle 138.000 tonnellate di Grana Padano (secondo i dati riferiti al 2001), possono quindi dormire sonni un po’ più tranquilli. Sembra, tra l’altro, che presto non saranno più i soli privilegiati tra i prodotti italiani: anche bucatini, tortellini e orecchiette dovrebbero ottenere lo status di tutelati a livello europeo. C’è, poi, chi è già Dop e combatte per la serie A: l’aceto balsamico di Modena, rappresentato dal Consorzio che sta cercando di scalare la classifica e di far registrare il prodotto come Igp (Indicazione geografica protetta) presso l’Unione Europea. Per altri, invece, è ancora battaglia aperta: è il caso della partita “Gorgonzola contro Cambozola”, formaggio austriaco che ha vinto l’ultima sfida davanti alla Corte di Cassazione austriaca.
Un’Europa, due anime?
Nel quadro europeo, sembra che sul fronte agroalimentare si stiano delineando in modo sempre più netto due posizioni: da una parte i Paesi del Sud (Spagna, Italia, Portogallo, Francia e Grecia), baluardi della tradizione gastronomica, e Paesi del Nord, orientati verso le grandi produzioni di materie prime. Non a caso, il caso italiano ha un precedente tutto mediterraneo: il vino spagnolo Rioja, per cui la Corte ha stabilito il divieto di imbottigliamento fuori dalle zone di produzione.
I produttori dei circa 9 milioni di prosciutti di Parma venduti ogni anno (di cui 1,5 all’estero) e delle 138.000 tonnellate di Grana Padano (secondo i dati riferiti al 2001), possono quindi dormire sonni un po’ più tranquilli. Sembra, tra l’altro, che presto non saranno più i soli privilegiati tra i prodotti italiani: anche bucatini, tortellini e orecchiette dovrebbero ottenere lo status di tutelati a livello europeo. C’è, poi, chi è già Dop e combatte per la serie A: l’aceto balsamico di Modena, rappresentato dal Consorzio che sta cercando di scalare la classifica e di far registrare il prodotto come Igp (Indicazione geografica protetta) presso l’Unione Europea. Per altri, invece, è ancora battaglia aperta: è il caso della partita “Gorgonzola contro Cambozola”, formaggio austriaco che ha vinto l’ultima sfida davanti alla Corte di Cassazione austriaca.